Come investire la propria liquidazione.

“Rifiutate di accedere a una carriera solo perché vi assicura una pensione. La migliore pensione è il possesso di un cervello in piena attività che vi permetta di continuare a pensare ‘usque ad finem’, ‘fino alla fine’.”
Rita Levi-Montalcini

Il TFR è un compenso differito riconosciuto per legge al lavoratore alla cessazione del proprio rapporto di lavoro. è parte integrante del salario lordo di proprietà dello stesso, non immediatamente disponibile, e trattenuto dal datore di lavoro ovvero destinato ad un Fondo Pensione.

Ciò premesso, con il pensionamento si disporrà sia di un reddito erogato dall’inps sia di una cospicua somma di denaro.

In assenza di debiti pregressi o di spese future, si pone il problema di come utilizzare ovvero come meglio impiegare tale liquidità. Le scelte, risultanze di un’analisi dedicata, ricadono su: viaggi, auto nuova, ristrutturazione del proprio immobile, realizzazione di un hobby, aiutare i propri figli nell’implementazione della propria attività o investirlo per accrescerne il valore da destinare a questi ultimi, ovvero la protezione del capitale.

Sebbene una coccola personale sia doverosa e tralasciando gli altri casi elencati, parliamo di investimenti la cui finalità sia l’accrescimento del valore da destinare ai propri figli.

In ossequio a due irremovibili assunti di base secondo i quali affermano rispettivamente che:“nessun Investimento sia Valido in Assoluto” e “ad un determinato grado di rendimento atteso corrisponda un determinato grado di rischio”, “gli investimenti, se utilizzati per far fronte alle proprie spese future, riserveranno un grado di utilità maggiore rispetto al caso in cui venissero effettuati per il solo fine di guadagnare denaro, a mo’ di scommessa”.

E’ bene tenere a mente che in considerazione dell’età e della generica esperienza in materia di investimenti in strumenti finanziari , il basket di scelta si riduce notevolmente, un ulteriore sforbiciata verrà sia dalla tolleranza al r ischio che dall’aspettativa di guadagno.

Giunti a questo punto ed escludendo casi specifici, gli unici strumenti finanziari adatti al profilo di rischio, sebbene in via generale e prudenziale, sarebbero quelli definiti a breve termine.

Per la protezione del capitale utilizzare titoli di stato a breve termine o indicizzati, buoni postali fruttiferi, conti di deposito ad alta remunerazione (senza costi) e fondi monetari senza commissioni di gestione (o con commissioni di gestione inferiori allo 0,3%).

Titoli di stato a breve termine o indicizzati

I titoli di Stato italiani vengono emessi tramite il M.E.F. che si avvale della collaborazione di Banca d’Italia per l’organizzazione e la conduzione dell’attività di collocamento, dalla Repubblica Italiana.

Sono suddivisi in sette tipologie di strumenti disponibili sia per gli investitori privati sia per gli istituzionali e si differenziano essenzialmente per la durata dello strumento, la possibile indicizzazione e la modalità di remunerazione degli interessi.

Di seguito le diverse tipologie, riconducibili a tre ulteriori macro-categorie: i Titoli di Stato zero coupon, a tasso variabile e a tasso fisso.

I Titoli di Stato zero coupon: strumenti che non prevedono la corresponsione di cedole periodiche. La remunerazione è rappresentata dal rendimento implicito pari alla differenza tra il valore nominale a rimborso ed il prezzo di emissione. Sono:

  • Buoni Ordinari del Tesoro (BOT) [brevissimo termine] titoli a breve termine che vengono emessi in asta competitiva con scadenza a 3, 6 e 12 mesi, o qualsiasi altra durata compresa entro l’anno ( BOT flessibili).
  • Certificati del Tesoro Zero Coupon (CTZ) [breve termine] titoli con durata pari a 24 mesi emessi tramite asta marginale mensilmente in concomitanza con i BOT a sei mesi.

I Titoli di Stato a tasso variabile

  • Certificati di Credito del Tesoro (CCT) [medio termine] titoli con la durata di 7 anni, emessi tramite asta marginale, le cui cedole semestrali sono date dal rendimento annuale dei Buoni Ordinari del Tesoro a sei mesi registrato nell’asta precedente l’inizio godimento della cedola moltiplicato per 0,5.
  • Certificati di Credito del Tesoro (CCTeu) [medio termine] titoli solitamente di durata di 7 anni e mai di durata inferiore ai cinque anni, emessi tramite asta marginale, pagano cedole semestrali pari al tasso Euribor 6 mesi maggiorato di uno spread e moltiplicato per la base di calcolo ACT/360.
  • Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’Inflazione Europea (BTP€i) [breve termine solo il primo] con scadenze a 5, 10, 15 o 30 anni, emessi mensilmente in concomitanza dell’asta di fine mese, garantiscono una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi in Europa. Il capitale rimborsato a scadenza e le cedole semestrali sono rivalutati in base all’andamento dell’inflazione europea, misurato dall’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo nell’area dell’euro (IAPC) con esclusione del tabacco.
  • BTP Italia [breve termine] con scadenza a 4 anni garantiscono una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi in Italia. Infatti, sia il capitale sia le cedole sono rivalutati in base all’andamento dell’inflazione italiana

I Titoli di Stato a tasso fisso

  • Buoni del Tesoro Poliennali (BTP) [breve termine i primi due] titoli emessi tramite asta marginale, che pagano cedole semestrali a tasso fisso costante.

Buoni postali fruttiferi

I buoni fruttiferi postali sinsieme ai libretti di risparmio postale, costituiscono il cosiddetto risparmio postale.

Sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. (CDP), di proprietà dello Stato italiano il quale è anche garante diretto dei buoni emessi. Sono collocati in esclusiva da Poste Italiane.

I tipi di buono fruttifero variano in base al tipo di rendimento (fisso, crescente, variabile, indicizzato) alla durata (minima, massima, a step intermedi), al momento del riconoscimento del rendimento (costante nel tempo, a periodi di tempo più o meno prolungati, solo alla scadenza), alle categorie di investitori che possono accedere alla sottoscrizione (al pubblico indistinto, solo a investitori che procedono a un reinvestimento, solo ad aziende, solo ad eredi, solo per minori di 18 anni di età).

Conti di deposito ad alta remunerazione

Un Conto di deposito è un conto corrente bancario, limitato nelle proprie funzionalità, che ha l’unico scopo di fruttare interessi elevati sul patrimonio investito.

La maggior parte di tali conti non hanno costi e prevedono un tasso d’interesse fortemente superiore rispetto ai conti correnti tradizionali.

Prevedono l’obbligatorietà che il sottoscrittore possegga un altro conto corrente tradizionale sia presso altra banca ovvero presso lo stesso istituto e che le operazioni da e verso il conto deposito siano limitate al conto corrente collegato (detto conto d’appoggio o conto predefinito).

I titolari possono liberamente depositare liquidi e prelevare fino al raggiungimento della disponibilità.

In alcuni casi le banche offrono condizioni di favore a quanti siano disponibili a vincolare il capitale depositato. L’investitore conserva la possibilità di prelevare il proprio capitale prima della scadenza del vincolo perdendo il diritto a percepire gli interessi.

Fondi monetari

I fondi monetari sono fondi comuni di investimento specializzati sulle obbligazioni a breve termine. Il loro obiettivo è la conservazione del capitale investito e l’ottenimento di un reddito tarato in base alla situazione contingente dei mercati. Si focalizzano su strumenti molto conservativi e liquidi come certificati di deposito, carta commerciale, titoli di stato e altri valori caratterizzati da liquidità elevata e basso rischio. Indicato per gli investitori che non vogliono accollarsi rischi elevati sui mercati finanziari ma al tempo stesso adeguati per affrontare momenti di incertezza nelle fasi di instabilità dei mercati.

Un fondo orientato al breve termine ospita solitamente titoli con durate inferiori ai due anni, mentre un monetario puro si concentra su scadenze inferiori ai dodici mesi e, nella maggior parte dei casi, inferiori ai sei mesi.

Un rischio insito alal sottoscrizione di tali fondi è legato all’inflazione. Considerati più sicuri di altri, i rendimenti conseguiti da questi strumenti finanziari tendono ad essere inferiori rispetto a quelli ottenuti nel lungo termine e da quelli che presentano rischi più elevati. Sono sconsigliati nel lungo periodo in quanto l’inflazione tende a roderne i rendimenti.

Quelli che stiamo vivendo sono tempi difficili per i fondi monetari, caratterizzati sia da tassi di interesse, fissati dalle Banche Centrali, talmente bassi da rendere molto limitati i rendimenti offerti da questi fondi, sia dalla concorrenza esercitata dai conti deposito.

Fonti: Borsa Italiana, Sole 24 Ore, Risparmio Postale, Fondi On line

#WalterTroisi

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